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Gay & Bisex

58 Sbattuto e sfondato da due tori


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
16.09.2024    |    5.046    |    14 9.1
"Cioè, non proprio: un armadio d’uomo! Un bestione tutto muscoli, alto a sfiorare la traversa della porta..."
Ciao a tutti, sono Rinaldino, ho 20 anni, magro e glabro, amo saltare di cazzo in cazzo.
Ad una fiera avevo fatto l’assistente ad uno stand di attrezzi ginnici: inutile dire che il titolare mi aveva assunto per il mio fisico e lo sguardo da finocchietto piuttosto che per fare da consulente ai clienti. Cioè, ad essere precisi, costoro potevano provare alcune macchine disposte nel retro, dove venivano contemporaneamente gratificati da un lavoretto di bocca o una sana cavalcata, ovviamente a mia cura. La vendita era quasi garantita, una bella percentuale per me e un bel giro di torelli dei generi più diversi, da sfruttare successivamente.

Fra questi avevo arpionato un vecchio maialone, un robusto e pelosissimo 40enne la cui spranga d’acciaio aveva già devastato una volta il mio povero sfinterino.

Quel pomeriggio mi invitò a casa sua.
Dietro sua espressa richiesta e fornitura dovetti indossare un perizomino rosso, reggicalze nero e calze a rete in tinta. Non che la cosa mi convincesse: mi piace comportarmi da troietto sottomesso ma rimanendo maschile. Diciamo che il pensiero del suo cannone caricato a granate di sborra mi fece rapidamente superare questa remora.

Mi accolse con un meraviglioso slip elastico rosso e rimasi intontito davanti allo spettacolo: il paccone era tondo e grosso, perfettamente avvolto dall'indumento. Mi spostai di lato per ammirare quel portento: il sottostante pisellone formava un profilo eccezionale, come un adunco becco d’aquila. Subito infoiato mi complimentai, bramando di poter mettere al più presto le mani su quella superlativa mercanzia.

Aveva anche disposto un paio di specchi su rotelle affinché potessimo ammirarci da più angolazioni, quindi si spostò dietro a me, mi prese per i fianchi e senza tanti complimenti affondò il gobbone già umido fra le mie sode chiappette.
"Mmmhhhh, oggi questo culetto non uscirà indenne da questa stanza! Sei pronto? Ho anche una sorpresa!”
La libidine cresceva rapida in me mentre il suo tarello, ripiegato sotto il tessuto, scorreva fra le mie sensibili sfere, premeva e bagnava il buchino sensibile.
"Oooofffhhh, Augusto! Siiiii! Siiiii! Oooohhh! Avevo nostalgia del tuo biscione! Mmmhhhh!"

Calò poi anche i palmi che rotearono sui miei glutei per divaricarli con forza. Stavo già godendo alla grande ma quando intrufolò una mano sotto il nastrino per percorrere il solco in mezzo, puntare il medio sull’ano e spingerlo dentro senza alcuna lubrificazione dovetti gemere.
"Aaaaggghhh! Aaaahhh! Augusto! Augusto! Siiiiii! Ooooffffhhhhh! Siiiii! Aaaaffffhhhhh!"
Inarcai il deretano e lui commentò.
“Mmmhhh! Non vedo l'ora di squassarti di nuovo! Mmmhhhhhh!"

In quel momento suonò il campanello. Il mio ospite andò ad aprire e dopo un breve chiacchiericcio nell’anticamera sull’uscio apparve un armadio.
Cioè, non proprio: un armadio d’uomo! Un bestione tutto muscoli, alto a sfiorare la traversa della porta.
“Ciao, sono Mauro”.
Rimasi inebetito davanti a quella possenza virile con indosso soltanto un aderente boxer violetto, di un particolare materiale ad effetto pelle lucida a righette verticali. La coppa anteriore, chiusa da una lampo al centro, era enorme e si presentava come una sorta di sperone sporgente in maniera incredibile. Lo guardai allibito e Augusto intervenne.
"Hai visto che roba? e non è ancora in tiro!"
Il nuovo venuto mi squadrò per bene.
"Puttanello, fammi un spettacolino per farmi arrapare!"

Mi esibii in una languida danzetta tutta carezze, sguardi ammiccanti e leccatine di labbra, ovviamente con il sederino come protagonista, compreso un voluttuoso giochetto con il filetto del perizoma per un ‘ti mostro-non ti mostro il forellino’, caldo traguardo per i missili dei due omaccioni.

L'uomo si distese sul divano, fece segno di avvicinarmi e di abbassare la lampo. Poggiai le mie dita su quel pulsante gobbone, feci scendere lentamente il gancetto finché il palone non esplose letteralmente in aria, inalberandosi all'istante mentre un suo palmo scivolava a tastarmi una natica.
"Mmmhhhh! Mi aveva detto Augusto del tuo bel deretanino pieno e vellutato, che sei vogliosetto ma non che fossi un cagnetto degenerato! Mmmmhhh! Eccotelo, ma guarda che è grosso e non so se entra nel tuo burello!"

Rimasi effettivamente piuttosto inebetito davanti a quel randello eccezionale: era lungo ma soprattutto aveva un calibro inverosimile. La pelle del pene, perfettamente cilindrico, era liscia e si raccordava, con la corona dell'enorme cappellona appuntita. Anche i testicoli erano decisamente voluminosi ma io ero attratto da quel bananone strepitoso. Dovetti fermarmi ad ammirare alcuni istanti quella meraviglia.

Poggiai un palmo sotto i testicoloni, li avvolsi voluttuosamente, quindi girai pollice e indice attorno alla base della stupefacente asta e la risalii lentamente.
"Oooohhhh! Siiiiii! Bravo così zuccherino! Ooohhhhh! Adora il missile prima che ti bombardi l’antro! Mmmmhhh!"
Carezzata l'immensa punta cosparsa di chiaro fluido, iniziai a segare delicatamente il cilindrone. Le mie dita non riuscivano quasi a chiudersi attorno ma salivo e scendevo ugualmente con passaggi ampi e completi. Con l'altra mano scesi alle voluminose palle per tamburellarle.
"Siiiiii, sei esperto, frocetto! Raspa, raspa! Raspamelo tutto e scaldami i serbatoi così la sborra sarà bella fluida! Mmmmhhh, sei un tiraseghe perfetto! Mmmmhhh, però non pensare di limitarti a questo!”
Allungò una mano per infilarmi il pollice fra i denti.
“Ora tocca a questa labbra dimostrare che si un pompinaro esperto e devoto! Mmmmhhh! Lappa e poi ingolla!”
Continuai a menare in punta quell'asta incredibile per dare una serie di leccate al peloso scrotone.
"Aaaahhh! Aaaahhh! Siii, cazzo, siiiiii! Leccami anche le cipolle! Uuuuggghhhhh! Sei proprio un finocchietto rifinito! Uuuuuhhhh!"

Finalmente appoggiai la lingua distesa alla base del sublime pistone e lo risalii lentamente. Arrivato al frenulo, lo titillai con lievi colpettini, roteai attorno all'avvallamento sotto alla cappellona, infine giunsi alla punta di quel favone strepitoso.
"Uuuuggghhh! Mi sorpendi! Siiiiii! Cosi mi arrazzi ancora di piuuuuuu! Uuuuhhhh! Siiiiii!”
Non contento, ripercorsi verso il basso il granitico cilindro caldo, sfiorandolo con una guancia, appoggiai il naso al glandone per sniffarlo un po', quindi tornai in cima vibrando la lingua bagnata.
"Mmmhhhh! Slup! Slup! Slup! Oooohhhhh! Slup! Slup! Slup!"

Aprii la bocca e infilai il tarellone fino in gola. Era veramente enorme e non riuscii a prenderlo tutto: per avvicinarmi alla base tirai le labbra ma ne rimase comunque fuori un bel pezzo. Strinsi e risalii succhiando.
“Aaaaggghhh! Sei un’idrovora! Uuuuggghhh! Stupendo, vai, vai! Uuuuurrrggghhh!"
Iniziai un pompino lento ma amplissimo: era meraviglioso sentire quel vergone stratosferico dal quale continuavano ad uscire goccioloni di liquido preliminare che assaporavo con sommo gusto.
Sfilai per perlustrarlo ancora con alcune pennellate poi, menando dolci colpi di sega vicino alle palle, me lo sbatacchiai sul viso, per riprendere infine il servizietto a quell'incredibile uccellone.

Aumentai un po' la velocità del gustoso golino.
"Oooohhhh! Siiiiiii! Siiiiiii! Sai ciucciare come pochi! Aaaahhhh! Se continui così e riesci a farmi durare, ti regalo una sborrata che non dimenticherai facilmente! Aaahhh! Aaahhh! Continua! Continua! uuuugggghhhh!"
Andai avanti almeno dieci minuti, alternando lunghe pompate, gustose lappate e spugnettamenti allo svettante tegone mentre Augusto, dietro di me, mi palpava per lungo e per largo mordendomi anche il sederotto.
"Mmmmhhhh! È uno spettacolo favoloso vederti lavorare, insaziabile ciucciafave! Mmmhhhh!"

Mauro cominciò a fremere e accelerai il ritmo: ormai era al capolinea!
"Iiiiiooooohhhh! Iiiiaaahhhh! Uuuuaaaahhhh! Eccomi! Eccomiiiii! Eeeeaaaaaaarrrggggghhhh! Spruzzo! Spruzzooooooo!"
Un potente schizzo di caldo seme si sparò contro il mio palato, subito seguito da una seconda esplosione ancor più violenta. Il suo corpo veniva frustato dal piacere mentre vere e proprie ondate di rovente brodo di coglioni uscivano dal pennone. Sembrava non voler smettere di erogare sperma ed io iniziai a mandare giù.
I fiotti si affievolirono progressivamente e naturalmente non me ne lasciai scappare una sola goccia…

Mentre estraevo dalle profondità delle gonadi di Mauro il suo ‘petrolio bianco’, disposto alla pecorina accanto al divano ero stato succube di Augusto il quale, spostato di lato il perizoma si era immerso con la bocca nella mia valletta per inondarla di saliva, senza omettere di assestare spatolate di lingua ruvida e picchiettamenti alla rosellina.

D’un tratto strappò la linguetta del particolare slip, mi montò sopra e con un affondo secco mi sodomizzò.
“Aaaahhh! Uuuuhhh! Siiiii! Siiiii! Dammi il tuo favone ora! Aaaahhh!”
La renga prese subito a stantuffare rapida e completa nel mio burello.
"Ooooohhhh! Certo, ti monto come un capretto e ti allargo il canale per dopo, quando dovrai accogliere il troncone di Mauro!"

Sarà stato per il forte odore di maschi arrapati che aleggiava nell’aria, oppure per la vista delle mie cupolette vibranti ad ogni suo colpo, fatto sta che non resisté a lungo.
"Uuuurrrggghhh! Aaarrrggghhhh! Vengo già! Vengo già! Ooooggghhhh!”
I fiotti irrorarono la mia canna, riempiendo l’ampolla rettale in pochi secondi.

Ovviamente le danze non erano finite! Qualcun altro era venuto apposta a casa di Augusto, quella sera, davanti alla promessa di cavalcare e imbottire un puledrino, non proprio di primo pelo ma sicuramente giovane: Mauro, il quale era nuovamente in tiro, in attesa sul sofà, con la schiena alla spalliera e le ginocchia oltre la seduta.
Stavo per sedermi su di lui ma Augusto mi fermò.
“Calma ragazzino, va bene tutto ma qui hai un campanile di cattedrale sul quale deve infilzarsi un piccione!”
Riposizionò gli specchi, poi si dedicò a lubrificare il cilindrone di tosta carne. Devo essere sincero: solo allora osservai quel portento, mi resi conto delle dimensioni e ne ebbi un po’ paura.
Il superdotato si accorse del mio tentennamento.
"Mmmhhhhhh! Sei sicuro di volerlo? Hai un culetto così minuto!"
La mia voglia era troppa e replicai.
"Ce la faremo! "

Mi divaricai i glutei, lui appoggiò la punta della stanga al mio orifizio, cominciai a calarmici sopra e dopo cinque-sei colpetti la cappellona sgusciò oltre l'anello.
“Oooofffhhh! Uuuufffhhh! È veramente grosso! Offfhhh! Avanti, avanti, ancora!”
L’allargamento aveva provocato un forte bruciore ma non volevo cedere. Scesi ancora sull'enorme asta, guadagnando centimetro dopo centimetro il mio posteriore che si riempì di quel nerchione incredibile.
"Ooooooffffhhhh! Lasciva checchina! Lo hai preso tutto! Mmmmhhh!”
Ero colmo di quell'immane pennone ma la mia canna si stava rilassando.
"Oooohhh, è meraviglioso! Uuuugggghhhh! Mi stai sverginando una seconda volta! aaaaahhhh!”

Iniziai a salire e scendere lentamente mentre lui, aperti i palmi sui miei glutei, me li carezzò delicatamente, sconfinando vogliosamente su reggicalze e cosce avvolte nelle calze.
“Ooofffhhh, che zoccoletto da bordello sei! Mmmhhh! Ora scopa! scopa!"
Vedevo riflesso l'incredibile cilindro di carne piantato nel mio burello, allargato all'inverosimile.
Muovendo il bacino a onda, ampliai le escursioni ed accelerai il ritmo, assaporando ormai appieno l'incredibile asta nel mio canale posteriore: arrivavo alla punta e lo riaffondavo fino quasi ai testicoli.

Improvvisamente mi prese per i fianchi per alzarsi in piedi e tenermi per le chiappe attaccato a lui.
"Ora ti sbatto io, prendinculo che non sei altro!”
Aggrappato al suo collo incassai il suo pistonare verticale finché, avvicinatosi lentamente al tavolo senza mai arrestarsi, non mi adagiò per cominciare un martellamento violento.
“Ti spacco il culo, ti spacco il culo! Te lo trapano fino a romperlo!”
I suoi occhi e l’espressione cattiva aggiungevano euforica lussuria: godevo come un pazzo!
“Aaaahhh, aaaahhh, siiiii, siiiii! Sfondami! Sfondami! Aaaaggghhh!”

Sfilò per girarmi a pecorina sul bordo del piano e ripartire potente e spietato.
“Non ti basta? Vuoi essere incaprettato e sbattuto allo sfinimento! Teh! Teh! Teh! Ti devasto tuttoooooo! Tuttoooooo!"
Ero mezzo stordito da quella foga animale ma allo stesso tempo assolutamente appagato.
"Iiiiggghhhh! Aaaaggghhh! Fottimi! Fottimiiiiii! Eeeaaaaahhhh!"

Augusto si pose davanti a me e mi infilò in bocca il suo cazzone. Non riuscii a spompinarlo, comunque il fatto di averlo sulla lingua era già di per sè assai piacevole.

Mauro giunse all’apice solo dopo aver assestato una lunga serie di botte incredibili che mi fecero quasi male ma quando sentii il primo siluro bollente esplodere dentro me, l’estasi mi invase nel corpo e nella mente.
A completamento giunse pure la sborrata di Augusto che colmò la mia gola.
Inutile, anzi impossibile descrivere il tripudio di gemiti dei due uomini mentre mi infarcivano dei loro liquidi.

Settembre 2024 (or 1990)

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